Le comique, ce n'est pas seulement du talent, mais c'est surtout un don, une façon de sentir, de pouvoir comprendre et interpréter !
(Louis de Funès)
Courbevoie 31 luglio 1914 - Nantes 27 gennaio 1983
Louis de Funès Germain David Galarza nasce il 31 luglio 1914 a Courbevoie in Francia. Suo padre Carlos Luis de Funes de Galarza, avvocato, di origini nobili, era di Siviglia. La madre Leonor Soto Reguera era di famiglia ispano-portoghese. Il giovane Louis iniziò molto presto a mantenersi da solo, guadagnandosi da vivere con piccole occupazioni occasionali, dalle quali peraltro veniva spesso allontanato per via del suo carattere particolarmente vivace. All’approssimarsi della seconda guerra mondiale riuscì ad evitare la partenza per i militari, poiché, probabilmente per la sua piccola statura (era solo un metro e sessantaquattro), venne riformato. Nel 1939, mentre in Europa scoppiava il conflitto, a Parigi il giovane de Funes aveva i suoi primi contatti con il pubblico grazie alla sua particolare predisposizione per la musica. In quegli anni infatti riuscì a trovare lavoro in cabaret e music-hall come pianista jazz e intrattenitore. Fu proprio in queste occasioni che iniziò a mettere in mostra il suo talento artistico, divertendo i clienti dei locali con le sue esibizioni tra il comico e il musicale. Fu anche iscritto per un anno ad un corso di recitazione curato da Renè Simon, ma a causa della sua dizione più adatta ad un caratterista che ad un attore impegnato, venne cacciato dalla scuola. La frequentazione gli consentì comunque di fare alcune conoscenze che gli sarebbero state utili in futuro per la sua carriera. Consapevole del fatto che le occasioni di imporsi come attore non potevano essere molte per un uomo dal fisico scarno e di piccola statura, continuò a studiare musica. Questi studi, se non furono decisivi per il De Funes artista, lo furono tuttavia per la vita privata. Proprio presso la scuola di pianoforte conobbe Jeanne de Maupassant, che sposò nel 1943 in seconde nozze. Louis de Funes si era già sposato una prima volta nel 1936 avendo un figlio l’anno successivo, ma aveva divorziato nel 1942. Dalla seconda moglie ebbe due figli, Patrick e Olivier. Quest’ultimo, anch’egli dedicatosi per un breve periodo e con poco succeso alla recitazione, figurò assieme al padre in alcune pellicole degli anni ’60. Nel 1945 De Funes inizia a calcare i palcoscenici adattandosi a piccolissimi ruoli. Nello stesso anno, l’attore Daniel Gelin, che aveva conosciuto il giovane De funes ai tempi della scuola di Renè Simon, lo chiama per una comparsata nel film "La tentation de Barbizon". Certo il ruolo non era di primo piano, poiché la sua parte, quella di portiere del cabaret "le Paradis" si limitava, appunto, all’apertura di una porta… Fu comunque un inizio: da lì in avanti, fino ai primi anni ‘50, alternando cinema, teatro, e doppiaggio (prestava la voce alle versioni francesi dei film di Totò). partecipò a numerose altre pellicole, passando da brevi apparizioni di secondo piano, a parti sempre più consistenti, finchè nel film "Ah! Les belles bacchantes" del 1954 riuscì finalmente ad esprimere appieno per la prima volta tutte le sue potenzialità comiche e quei tratti caratteriali fatti di mimica e gestualità che saranno gli elementi distintivi del De Funes maturo noto al grande pubblico. La definitiva consacrazione arrivò però nel 1956, quando fu chiamato ad interpretare una parte di rilievo nel film "La traversata di Parigi", accanto a Jean Gabin. Il film ebbe grande successo e la carriera cinematografica di De Funes poteva dirsi definitivamente decollata. Il 1959 lo vide nuovamente impegnato in teatro con una divertentissima commedia intitolata "Oscar", la cui trasposizione cinematografica "Io, due figlie, tre valigie" del 1967 sarebbe poi diventata uno dei suoi film di maggior successo. Lo stesso anno girò due film in Italia al fianco di Totò: "I Tartassati" e "Totò, Eva e il pennello proibito". Così come avvenne anche con Jean Gabin e Fernandel, la collaborazione con Totò fu caratterizzata da rapporti abbastanza tesi. Molto spesso i partner di De Funes tolleravano malvolentieri la recitazione prorompente e la sua attitudine allo scherzo, e al di fuori del set ne prendevano le distanze. Non sarebbe andata così invece con altri attori che De Funes trovò al suo fianco, in primo luogo Bourvil e Michel Galabru, con i quali, oltre a stabilire un solido sodalizio artistico in scena, divenne sincero amico anche nella vita. Una assidua frequentazione artistica l’ebbe anche con Claude Gensac, attrice simbolo in moltissimi suoi film, nei quali prevalentemente incarnava alla perfezione il prototipo della moglie paziente e comprensiva di fronte alle isterie del marito. Nel 1964 interpreta uno dei ruoli che ne decretano il definitivo successo anche al di fuori dei confini francesi, quello del commissario Paul Juve nel primo episodio della saga di Fantomas. L’interprete principale della storia era in realtà Jean Marais, ma il successo del personaggio interpretato da De Funes fu tale da oscurare gli altri attori e farne il vero carattere trainante del film, tanto che lo stesso Marais, qualche anno dopo, ammise con un pizzico di invidia che la serie non si sarebbe dovuta chiamare "Fantomas" ma "il Commissario Juve". Ancora nel 1964 interpreta un altro dei suoi ruoli memorabili, il maresciallo Ludovic Cruchot, nel primo film della serie dei gendarmi "Una ragazza a Saint-Tropez" (Le Gendarme de Saint-Tropez), accanto a Michel Galabru. Lo stesso anno il regista Gerard Oury mette assieme De Funes e Bourvil in "Colpo grosso ma non Troppo", film dalla comicità esplosiva in cui, grazie alla perfetta sintonia tra i due attori, si crea una strepitosa coppia comica il cui successo si ripeterà due anni più tardi, sempre sotto la regia di Oury, nel capolavoro "Tre uomini in fuga". che detenne il record di incassi ai botteghini francesi fino al 1998. Il trio Oury-De Funes-Bourvil avrebbe dovuto realizzare un terzo film nel 1970, "La Folie des Grandeurs", ma la morte di Bourvil obbligò il regista a farne recitare la parte a Yves Montand. Di successo in successo De Funes interpretò negli anni dal ‘65 al ‘70 oltre quindici film. Nel 1971 riprese le rappresentazioni teatrali di "Oscar", fino alla fine dell’anno successivo. Il 1973 lo vede protagonista del quarto film assieme a Gerard Oury, "Le folli avventure di Rabbi Jacob", e di una ripresa dell’attività teatrale con una piece intitolata "Il valzer dei toreador", che replicherà anche nel 1974. La fatica delle tournee teatrali unita alla intensità degli impegni cinematografici degli ultimi anni, fecero sì che nel 1975, mentre si stava preparando alle riprese del quinto film con Gerard Oury, "Le Crocodile", venisse colpito da un infarto. Il progetto sfumò, e l’attore fu costretto ad un lungo periodo di riposo nel suo castello di Clermont. Da quel momento i suoi impegni si diradarono: abbandonò per sempre il teatro e si concesse solo apparizioni cinematografiche in parti più pacate, a partire dal 1977 con "L’ala o la coscia". Dei pochi film realizzati negli anni seguenti, probabilmente tra i meno riusciti della sua carriera, ebbe per lui grande importanza quello girato nel 1980, un sogno a lungo inseguito: una versione cinematografica de "L’Avaro" di Moliere, interpretata e diretta personalmente dallo stesso De Funes. La sua carriera termina collaborando con uno suoi registi prediletti, Jean Girault, che dopo averlo diretto nel 1978 in "Il gendarme e gli extraterrestri" e nel 1981 in "La soupe aux choux", nel 1982 lo dirige nell’ultimo episodio della serie del gendarme, "Le Gendarme et les gendarmettes", col quale uno stanco De Funes si accomiaterà dal suo pubblico. L’anno successivo, quando già era stata pianificata la sua partecipazione al film "Papy fait de la Résistance", viene colpito da un altro attacco cardiaco, che gli sarà fatale. Louis De Funes muore a Nantes il 27 gennaio 1983, all’età di 68 anni. L’amico Michel Galabru lo sostituirà nell’ultima parte che avrebbe dovuto interpretare e il film gli verrà dedicato. Insignito della Legion d'onore nel 1973, vincitore di un Premio César onorario nel 1980, consegnatogli da Jerry Lewis, Louis De Funes, ha inventato una comicità nuova ed inimitabile, strettamente legata alla sua personale fisicità. Con la sua mimica facciale, i tic e la gestualità frenetica, le collere improvvise, i suoi cambiamenti d’umore, la recitazione serrata e fuori dagli schemi, le caratterizzazioni di personaggi di volta in volta iracondi, furbetti, imbranati, subdoli o antipatici, ha scritto pagine memorabili del cinema comico. Conosciuto in tutta Europa, e unanimemente considerato uno dei grandi del cinema francese di ogni tempo, è tuttora apprezzato ed amato da un pubblico eterogeneo che unisce trasversalmente più generazioni.
a cura di Alberto Sermenghi